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venerdì 18 dicembre 2015

Il Sogno

Il Sogno ci cala in un’atmosfera misteriosa e surreale. Atmosfera che colora con un po’ di sottile erotismo. “Gli parve di essere, a un tratto, in una bella città. Era Parigi; ma in quale epoca? Camminava per le strade guardando le case, i teatri, gli edifici pubblici ed ecco, in una piazza, vide una grande costruzione molto elegante, civettuola, attraente. Si impressionò, perché sulla facciata era scritto a lettere d'oro: «Opera della morte volontaria».” E andremo alla scoperta di quell’Opera della Morte Volontaria, guidati da belle ragazze che indossano procaci divise e che non amano sorridere. Dall’incipit: “Il Capitano Danrit prese i giornali che il postino aveva portato proprio allora e se ne andò a passi lenti sulla riva della Senna per leggerli. Il fiume si allungava davanti alla sua casa, senza una grinza, colorato dal sole del mattino. Era una bella, ampia, pigra distesa di argento fuso, qua e là macchiata di porpora. Dall'altra parte del fiume, grandi alberi disposti simmetricamente componevano lungo tutto l’argine una verde muraglia. Lo stupore della vita che ricomincia ogni giorno, della vita giovane, allegra, ardente, fremeva tra le foglie, palpitava nell'aria e vibrava sull'acqua. All’interno del giornale, alla terza pagina, trovò scritto: «Statistiche dei suicidi» e seppe che, in quell'anno, più di 8500 uomini si erano uccisi. Li vide immediatamente! Vide quella strage orrida e volontaria di disgraziati stanchi di vivere. Vide uomini malridotti, la mascella sfracellata, il cranio sbriciolato, il cuore traversato da un proiettile, che morivano lentamente, soli in una squallida camera d'albergo, dimentichi della loro ferita, con la mente rivolta alla propria infelicità.”

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